Il cheratocono è una grave patologia corneale che causa un progressivo calo visivo che inizialmente può apparire come un astigmatismo; è una malattia che insorge di solito durante la pubertà (sono anche descritti rarissimi casi congeniti), progredisce fino ai 30-40 anni per poi arrestarsi spontaneamente (nel 25% dei casi porta al trapianto di cornea).
Questa patologia modifica la forma della cornea, la prima lente e strato del nostro occhio deputato al passaggio della luce.
In un occhio normale, infatti, le immagini che raggiungono il nostro occhio vengono focalizzate tutte nello stesso punto della retina e quindi elaborate dal nostro cervello nitidamente.
Nei soggetti cheratoconici la deformazione della cornea non permetta alle immagini di focalizzarsi correttamente sulla retina causando astigmatismo irregolare e aberrazioni di alto ordine. Queste aberrazioni si traducono in immagini sfocate, distorsioni delle immagini e in un aumento della sensibilità verso riflessi e luci.
Il cheratocono può essere classificato secondo diversi parametri a seconda della posizione, della morfologia, della curvatura corneale, dello spessore corneale.
Certamente la prima cosa da fare per indicare la presenza o meno del cheratocono è la topografia corneale computerizzata.
Il cheratocono lieve è caratterizzato da una topografia per la quale ogni punto della mappa è inferiore alle 45 diottrie. Il cono può essere posizionato in qualsiasi parte dell’occhio, anche se è prevalentemente presente nella parte inferiore, leggermente spostato verso la parte nasale.
Il cheratocono moderato è caratterizzato da un contorno che si aggira intorno alle 50/55 diottrie o più. Permangono però delle gradazioni di colore che rappresentano una differenza tra i vari livelli del cono.
Nel caso del cheratocono avanzato tutto il contorno è superiore alle 55 diottrie. A differenza dell’intermedio, quello avanzato non ha più differenze di livelli del cono, avendo una colorazione più omogenea che sta a indicare un innalzamento complessivo.
La posizione del cheratocono influisce molto sulla visione: un cheratocono centrale causerà disturbi maggiori rispetto a un cheratocono decentrato inferiormente.
Solitamente si riesce a raggiungere un buon visus (8-10/10) tramite l’utilizzo di occhiali o lenti morbide “usa e getta” solo in soggetti con un cheratocono iniziale. Con il peggioramento del cheratocono vi è quasi sempre un aumento delle aberrazioni di alto ordine non correggibili con lenti oftalmiche tradizionali, aberrometriche o lenti a contatto morbide “usa e getta”; per tale motivo l’unica soluzione per vedere bene è l’uso di lenti a contatto specifiche.
La correzione del cheratocono avanzato è possibile solo con l’applicazione di lenti rigide o semirigide (RGP). La lente a contatto semirigida è l’unica soluzione che permette di correggere in gran parte le aberrazioni di alto ordine e di raggiungere così un buon visus.
Anche la scelta del materiale della lente a contatto è un fattore chiave per il successo di un'applicazione e i vecchi materiali rigidi (come il PMMA) non erano in grado di fornire alla cornea un adeguato apporto di ossigeno, fattore essenziale per la salute della stessa e quindi causa principale di intolleranza alle lenti a contatto. Oggi i materiali con cui si fabbricano le lenti a contatto RGP si sono ancora più evoluti con l’arrivo di quelli di ultima generazione ad altissima trasmissibilità d’ossigeno.